Chi passeggia per le stradine di Dorsoduro, forse non si immagina la storia del famoso Ponte dei Pugni di Venezia.

In effetti, collocato proprio vicino a Campo San Barnaba, questo ponte quasi passa inosservato e decine e decine di persone lo percorrono nel loro percorso dall'Accademia a Campo Santa Margherita.

Eppure, già il nome, Ponte dei Pugni, potrebbe già farci immaginare la storia che, negli anni, lo ha animato.

Ponte dei Pugni a Venezia: una storia guerresca

Il Ponte dei Pugni in una foto di Didier Descouens, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Abbiamo usato questo titolo non a caso.

In effetti, il Ponte dei Pugni era un tempo il teatro della famosa "guerra dei Pugni".

Come in una battaglia epica, in questo esatto luogo della città, si scontravano due fazioni. Da un lato, i Castellani di San Pietro di Castello. Dall'altro lato, i Nicolotti, provenienti da San Nicolò dei Mendicoli (si trova a Dorsoduro).

Probabilmente, questa rivalità così accesa tra le parti derivava dalla diversa provenienza geografica delle due fazioni. I Castellani provenivano dalla zona di Jesolo, mentre i Nicolotti da Eraclea.

La loro volontà di sopraffare l'avversario sfociava nella cosiddetta "Guerra dei Pugni". Di cosa si trattava?

La Guerra dei Pugni: un gioco dalle tinte accese

Da Settembre a Natale, aveva luogo la cosiddetta Guerra dei pugni. Le due fazioni si incontravano sul ponte e cercavano di buttare in acqua quante più persone possibili della squadra avversaria. Naturalmente a suon di pugni!

Nonostante si trattasse di un gioco molto acceso, il governo veneziano non intervenne per molto tempo.

Anzi, bisogna anche dire che il Ponte dei Pugni non fu l'unico posto di Venezia in cui avvenivano questi scontri. Esiste il Ponte dei Pugni vicino a Campo Santa Fosca, ma anche il Ponte della Guerra vicino alla Chiesa di San Zulian.

Come si svolgeva la sfida dei pugni

Tutto era ben organizzato. Per il giorno della sfida, ci si assicurava di rinforzare il ponte e soprattutto di pulire il canale. In questo modo, si cercava di evitare danni ai partecipanti.

Il giorno della battaglia, poi, era piuttosto pittoresco. Di solito c'era un accompagnamento musicale e folle di curiosi che guardavano la scena dalle finestre o dalle barche.

Inoltre, è interessante notare come venisse stabilito di volta in volta anche l'armamento. Erano consentiti scudi ed elmi, ma si poteva anche decidere di combattere completamente a mani nude!

La sfida era aperta da uno scontro tra Campioni, uno proveniente da ciascuna fazione. Ciascuno dei due apponeva le proprie impronte sopra a quelle già esistenti (impronte che si possono vedere ancora oggi!).

Solo dopo la sfida veniva aperta a tutti i contendenti. La fazione vincente poteva porre le proprie insegne sul ponte (rosse per i Castellani, nere per i Nicolotti).

Se la sfida era ancora aperta all'ora del tramonto, intervenivano le forze dell'ordine.

La Guerra dei Pugni nei secoli

Sul finire del Cinquecento, il governo cercò di intervenire impedendo l'uso delle armi.

Qualche tempo dopo, nel Settecento, Venezia proibì il gioco, anche perché in uno degli scontri più accesi si era arrivati ai coltelli.

A quel punto il governo istituì le Forze d'Ercole, un gioco di Carnevale in cui veniva premiata dal Doge in persona la piramide umana più alta.

Il ponte che vediamo oggi risale all'Ottocento e solo allora vennero aggiunte le ringhiere che possiamo osservare oggi!